La via della collera by Antoine Rouaud

La via della collera by Antoine Rouaud

autore:Antoine Rouaud [Rouaud, Antoine]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR


2

Braccato

Non avrà riposo, né rifugio.

Giorno e notte,

dovunque si trovi,

sarà una preda in fuga.

Fuggivano. Continuamente. Senza sosta. Percorrevano in lungo e in largo la regione delle Saline in silenzio, addentrandosi nelle paludi, aprendosi un varco nell’erba alta e nel fango. Di villaggio in villaggio, da un campo di fortuna a una località isolata in fondo agli acquitrini, il loro unico obiettivo era proteggere Laerte, allontanarlo il più possibile dall’ombra incombente di Étienne Azdeki. Il ragazzo la sentiva alle sue spalle, malvagia e minacciosa. A volte si girava, convinto che avrebbe scoperto accanto a sé il capitano imperiale che lo sfidava con lo sguardo e l’andatura fiera. Ma c’era sempre e solo il sentiero accidentato che stavano percorrendo.

Erano soltanto una ventina, quasi tutti i soldati della guardia si erano tolti le armature e sembravano semplici contadini. Spesso mettevano il ragazzo sul fondo di un carretto, con la giovane Esyld al suo fianco e, tutti vestiti di stracci, avanzavano come poveri diavoli che lasciano i territori in guerra. Le truppe di Azdeki rastrellavano la zona, cercando tra le colonne di rifugiati. Le poche volte in cui furono fermati, rischiarono sempre di essere scoperti. In quei momenti Esyld si avvicinava a Laerte, prendendogli la mano e bisbigliandogli all’orecchio parole rassicuranti.

I soldati, esasperati, ordinavano di riprendere il cammino. Chi poteva sostenere di essere in grado di riconoscere Laerte d’Uster? Chi sapeva a chi somigliasse? Quale abitante delle Saline che lo aveva incontrato poteva essere tanto vile da consegnare un ragazzo innocente alla morte? Oratio d’Uster era stato amato dal suo popolo. La sua scomparsa era una sofferenza. Dare il suo ultimo figlio vivo in pasto alla rabbia dell’Imperatore sarebbe stato un insulto alla sua memoria. I registri vennero bruciati. I riferimenti a Laerte cancellati. Le poche persone che conoscevano l’età e l’aspetto del giovane tacquero.

Fu un sostegno silenzioso che li protesse durante la fuga, un mutismo accettato da tutti come l’unico scudo contro la follia del capitano imperiale. Nessuna lingua si sciolse e Azdeki dovette ammettere che quello era stato il suo primo errore. Nella fretta, si era lasciato sfuggire un semplice ragazzo, e la notizia che fosse sopravvissuto si diffondeva provocando agitazione. A poco a poco la gente si armava, le fattorie si ribellavano, le località si trasformavano in campi trincerati. La rivolta ronzava. E il capitano Mernau era pronto a tutto perché diventasse un vero boato.

«Bevete» disse a Laerte quando si fermarono sul bordo di una strada.

Seduto nella parte posteriore del carretto, con un ampio e spesso telo che lo copriva dalla testa ai piedi, sporse una mano pallida e prese la borraccia che il capitano gli stava offrendo. Erano mesi che viaggiavano senza una vera meta, sempre che ce ne fosse una. E durante tutto quel tempo Laerte aveva detto solo qualche parola. Rimaneva spesso in silenzio, come assente, e ogni giorno il suo sguardo si spegneva un po’ di più.

Il ragazzo bevve un sorso e restituì la borraccia, asciugandosi la bocca con la mano. Mernau fece altrettanto, sedendosi alla sua destra sul bordo del carretto.



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